L'immagine comune che si ha di Attila, re degli Unni, si compone di noti elementi: di un'iconografia che gli dà i tratti fisici normalmente attribuiti ai volti demoniaci; di un epiteto di non chiara origine (il "flagello di Dio"); del gesto di un pontefice, Leone I Magno, che con la sola autorità spirituale lo fermò sul fiume Mincio. Niente, o quasi niente, di questa immagine resiste sulla base dei documenti e delle fonti. Rimettendoli insieme, fonti e documenti, Giuseppe Zecchini racconta il personaggio Attila, la sua biografia possibile, l'interpretazione dell'enigmatica inquietudine che ha trasmesso. Il teatro è il crogiolo, composito e gorgogliante sugli spasimi dell'impero, delle guerre dei e contro i barbari, che nutrì le saghe nibelungiche, armò Burgundi, Goti, Vescovi guerrieri, il generale Aezio; in cui si consumò il destino breve riservato dalla storia agli Unni. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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