L¿autore di romanzi è simile a Dio, lo imita, lo scimmiotta: un¿affermazione forte per un autore, come Mauriac, profondamente intriso di cattolicesimo ¿vecchia manierä. Eppure ne è convinto. Anche il romanziere, come Dio, crea persone, traccia i loro destini, semina il loro percorso di vita di avvenimenti belli e drammatici, appunto come un ¿deus ex machinä che provoca e risolve situazioni. Ma ¿ e qui è la fondamentale differenza ¿ se Dio è eterno, il romanziere non lo è. Lo sono, invece, i suoi personaggi, che gli sopravvivono tra i lettori, di generazione in generazione. O, almeno, questo è il sogno di ogni romanziere: che i suoi personaggi gli sopravvivano a lungo. Non è sempre così, perché non tutti i letterati che si cimentano con il romanzo hanno ricevuto alla nascita il dono di quella che Mauriac chiama ¿ispirazione divinä. Ma non per questo è lecito dichiarare che il romanzo è un genere in declino. Così Mauriac si inserisce nel dibattito, vivo dopo la Grande Guerra, sul destino del romanzo, genere letterario che non sembra più adatto a un pubblico disincantato e duramente provato dall¿impatto con la realtà aspra della guerra. Il romanzo si salverà ¿ sembra concludere ¿ se «¿studiando l¿uomo, restiamo sinceri. Noi ci votiamo alla scoperta interiore. Non dissimuleremo nulla di ciò che avremo visto. Faremo nostra quella grande parola di un romanziere russo [¿] ¿Ho seguito la vita nella sua realtà, non nei sogni dell¿immaginazione, e sono così arrivato a Colui che è la sorgente della Vitä». Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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