Uno dei luoghi comuni più diffusi nel mondo del canto vuole che la 'maschera' sia una tecnica vocale di amplificazione del suono tesa ad esaltare la componente acustica della brillantezza e della 'proiezione', e che sia stata inventata in Italia con la nascita stessa dell'opera. Un altro luogo comune vuole che l''affondo' sia una tecnica vocale di tipo 'turbo' tesa ad esaltare la rotondità e la potenza del suono, e che sia stata inventata in Italia nella prima metà del Novecento. Il primo di questi luoghi comuni è stato fatto proprio (e spacciato per fatto storico) da autorevoli studiosi e storici del canto, mentre il secondo è stato fatto proprio (e spacciato per fatto scientifico) da autorevoli esponenti di quella che oggi ha preso il nome di 'foniatria artistica' o 'vocologia'. La realtà, come dimostra questo libro sulla base di precisi riscontri storici e fisico-acustici, è molto diversa e tale da far emergere un quadro totalmente differente della natura, dello sviluppo e dei rapporti di queste due tecniche vocali con quella che è passata alla storia come la tecnica vocale per antonomasia, cioè la tecnica italiana del belcanto. Alla fine si scopre che questa è rimasta il vero fondamento tecnico-vocale dei più grandi cantanti di ogni epoca della storia del canto e che rispetto a questa la 'maschera' e l''affondo' si rivelano per quello che in realtà sono: due deviazioni meccanicistiche di segno opposto.
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