Quando siamo colpiti da un'idea filosofica profonda, quando ci affascina qualche tipo di spiritualità o proposta etica, raramente ciò avviene perché siamo di fronte a una serrata concatenazione logica o alla prova ostinata dei fatti. Più spesso è il loro farci vedere le cose in altra maniera a modificare il nostro modo di pensare e di porci nei riguardi dei problemi importanti della vita. Quello che di un pensatore sovente ci colpisce è la sua tessitura morale di fondo, ed è essa a entrare in sintonia e risuonare con la nostra trama. "Siamo diversi non solo perché selezioniamo oggetti differenti dallo stesso mondo, ma perché vediamo mondi differenti", diceva Iris Murdoch. I tre autori trattati nel volume - S. Weil, P.A. Florenskij, H. Corbin - sono accomunati da questa tensione a far emergere prima di tutto una visione etica. Per loro, la filosofia, esplicitamente, consiste nell'educare a guardare le cose altrimenti. A prescindere dalle specifiche sensibilità e dai riferimenti spirituali (o di fede), si dà allora la possibilità di leggere questi pensatori anche in una chiave laica e di interpretare ed elaborare il loro lascito come un dono per guardare al mondo diversamente. Si tratterebbe pertanto di immaginazioni etiche utili ad affinare quello sguardo di cui parla Italo Calvino ne Le città invisibili: "Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio". Ci sono dunque due modi per non soffrire l'inferno di tutti i giorni: assuefarsi a esso o aguzzare l'attenzione della visione. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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