L'antisemitismo non è semplice pregiudizio, né sentimento di passaggio. È una pratica storica e concreta, incarnata in forme sociali, giuridiche, culturali, politiche e religiose, che ha prodotto - e continua a produrre - violenza reale. Marcelo Pakman, con questo saggio imprescindibile, ci obbliga a guardare dentro quella violenza, senza schermarla né travestirla dietro interpretazioni rassicuranti o astrazioni speculative. Al centro, vi è un'idea radicale: l'antisemitismo è una pratica sacrificale, non simbolica né metaforica, ma materiale, reiterata, persistente, abituale. Il sacrificio di cui si parla non è quello di un mito atavico ripresentato, ma quello che si consuma nel quotidiano: nelle esclusioni sottili, nei silenzi che angosciano, negli sguardi che appartano. L'Ebreo non è mai un semplice "altro", ma è designato come vittima necessaria, come figura che deve espiare per le tensioni interne della società, per il disordine procurato, per le sue paure. Pakman rifugge dall'asilo nel linguaggio teorico o in quello storico della cronologia lineare. La sua scrittura non è né accademica né pietistica. È puro gesto etico. Un corpo a corpo con la persistenza della violenza antisemita che non si esaurisce con la Shoah, ma la precede, l'accompagna, la oltrepassa.
Dieser Download kann aus rechtlichen Gründen nur mit Rechnungsadresse in A, B, BG, CY, CZ, D, DK, EW, E, FIN, F, GR, HR, H, IRL, I, LT, L, LR, M, NL, PL, P, R, S, SLO, SK ausgeliefert werden.