Regista, esploratore, poeta, visionario: tutti questi tratti si fondono in una delle figure più originali e irriducibili del panorama cinematografico contemporaneo. Famoso per i suoi film «estremi», in questo generoso libro-intervista Werner Herzog ne ripercorre la genesi, la lavorazione e l'impatto su critica e pubblico. Tuttavia quel che più conta, per lui, è individuare lo strettissimo legame tra i suoi film e la sua vita, tanto stretto da far sì che i primi appaiano un naturale prolungamento della seconda. «La quantità di false dicerie e di totali menzogne che circolano in riferimento a quest'uomo e ai suoi film non ha analoghi tra gli altri registi, vivi o morti», ha scritto di lui Cronin. È in effetti difficile citare molte figure in cui biografia e leggenda si fondono in maniera così inestricabile, e questo perché - nel caso di Herzog - spesso la realtà è di gran lunga più sorprendente dell'invenzione: per girare Cuore di vetro ipnotizzò l'intero cast; per La Soufrière prese il primo aereo per raggiungere un vulcano in procinto di eruttare; per Fitzcarraldo trainò una nave fino alla cima di una montagna nella giungla. Questo libro - arricchito da nuovi contributi e aggiornato alla produzione più recente - getta luce sull'intricata rete di relazioni che lega Herzog ai suoi film e ai suoi protagonisti, offre uno spaccato sullo sguardo e le idee di un genio del cinema, e ci dona una preziosa occasione d'incontro con terre e popoli remoti. Ma soprattutto costituisce una riflessione ad oggi ineguagliata sul rapporto tra fiction e documentario, tra arte e vita, tra immaginario e realtà.
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