La «politica degli autori» è la straordinaria, provocatoria teoria critica che negli anni Cinquanta e Sessanta rivoluzionò il modo di interpretare il cinema. Promotori ne furono i giovani intellettuali francesi facenti capo alla rivista Chaiers du cinéma e destinati a diventare, di lì a pochi anni, i capiscuola della Nouvelle Vague (Godard, Truffaut, Rohmer, Rivette, Chabrol). Secondo la loro teoria, ogni film doveva essere letto non come opera a sé, ma come parte ed espressione di un progetto artistico più ampio, quello del regista, cui finalmente veniva riconosciuta la patente di «autore» a tutti gli effetti. Le storiche interviste raccolte in questo volume testimoniano in presa diretta l'avvicinamento di una generazione di critici e futuri cineasti francesi ai grandi maestri europei e americani - da Antonioni a Hitchcock, da Buñuel a Welles - e, insieme, lo sviluppo di una visione critica che conserva ancora oggi tutta la sua autorevolezza e la sua attualità.
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