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«La proprietà è il furto!» afferma Proudhon a pochi decenni dagli eventi rivoluzionari. Ma questa icastica affermazione è ampiamente travisata dai suoi contemporanei, a partire da Marx e dalla sua interpretazione economicista della storia. Il furto è infatti soprattutto un furto di memoria e di senso che cancella - occultandola sotto la retorica egualitaria - la nascita della proprietà privata e delle sue nuove tipologie di esclusi: quei proletari (all'interno) o quei colonizzati (all'esterno) che sono solo la versione moderna degli esclusi dell'Ancien Régime (i servi, ma non solo). In…mehr

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Produktbeschreibung
«La proprietà è il furto!» afferma Proudhon a pochi decenni dagli eventi rivoluzionari. Ma questa icastica affermazione è ampiamente travisata dai suoi contemporanei, a partire da Marx e dalla sua interpretazione economicista della storia. Il furto è infatti soprattutto un furto di memoria e di senso che cancella - occultandola sotto la retorica egualitaria - la nascita della proprietà privata e delle sue nuove tipologie di esclusi: quei proletari (all'interno) o quei colonizzati (all'esterno) che sono solo la versione moderna degli esclusi dell'Ancien Régime (i servi, ma non solo). In definitiva, il 1789 ha sì abolito i privilegi feudali, ma non la condizione servile, reintroducendo un sistema iniquo di distribuzione della ricchezza che ha vanificato una cruciale rivendicazione plebea: la fine delle disuguaglianze. E questo oblio sull'effettivo statuto del regime proprietario e delle dinamiche di dominio che lo sottendono si è non solo costantemente replicato, ma ha persino impregnato alcune critiche contemporanee della proprietà come la teoria dei beni comuni o gli stessi approcci decoloniali.

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Autorenporträt
Catherine Malabou (Sidi Bel Abbès 1959), allieva di Jacques Derrida, oggi insegna filosofia presso il Centre for Research in Modern European Philosophy della Kingston University di Londra e presso la University of California di Irvine. Dopo aver approfondito il pensiero di Hegel, Heidegger e Derrida, ha rivolto il suo interesse anche al pensiero di Freud e alla psicoanalisi, nonché alle concezioni più originali della riflessione femminista. Autrice di numerosi saggi tradotti in varie lingue, in italiano sono usciti Cosa fare del nostro cervello (Armando 2008), Che tu sia il mio corpo (Mimesis 2017), Avvenire e dolore trascendentale (Mimesis 2019), Divenire forma. Epigenesi (Meltemi 2020), Metamorfosi dell'intelligenza (Meltemi 2021), Il piacere rimosso. Clitoride e pensiero (Mimesis 2022), Il trauma: ripetizione e distruzione? con Slavoj Zizek (Galaad 2022) e La plasticità al tramonto della cultura (Ortothes 2023). Con elèuthera ha pubblicato Al ladro! Anarchismo e filosofia (2024) e La rivoluzione? Non c'è mai stata (2025).