La partecipazione degli utenti e dei familiari nella progettazione, gestione e valutazione dei servizi di salute mentale è fondamentale per diverse ragioni, pratiche ed etiche. Essa consente di migliorare l'efficacia dei servizi, di far valere le necessità e la prospettiva dei diretti interessati, di aumentare il benessere organizzativo e individuale, di favorire l'empowerment e l'assunzione di responsabilità, di sviluppare il capitale sociale nella comunità territoriale e di mettere in discussione i pregiudizi legati alla malattia mentale. Nonostante questi effetti positivi, per i servizi può risultare faticoso aprirsi all'apporto di utenti e familiari, a causa di fattori culturali e storici. Spesso l'utente viene visto come debole e passivo, anziché come fonte di preziose e insostituibili conoscenze esperienziali. A partire da tali considerazioni, la ricerca presentata in questo volume mira ad analizzare il modo in cui i servizi di salute mentale possono accogliere al loro interno il punto di vista degli utenti e dei familiari. Attraverso l'analisi del Fareassieme del Servizio di salute mentale di Trento e del Social Point del Dipartimento di salute mentale di Modena, si propongono strategie di azione e indicazioni operative per favorire pratiche partecipative efficaci nei servizi sociosanitari.
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