Negli ultimi anni l'Atalanta è passata da una dimensione provinciale a una vetrina europea. Merito di Gian Piero Gasperini, mister etichettato come quello che non poteva allenare una grande squadra e che ha deciso di trasformare la Dea in un top club. Grazie a giocatori sconosciuti, fatti crescere con perseveranza e lavoro quotidiano, e a calciatori con la fama di scostanti, che hanno trovato a Bergamo il loro Eden sportivo. Il tutto sostenuto da una società economicamente solida e gestita con passione e dedizione, investendo nello stadio (prima in serie A ad acquistarlo con bando pubblico) e nel settore giovanile, tra i migliori in Europa. A tutto ciò aggiungete una città e una provincia che si identificano completamente in questa infaticabile squadra operaia ("La maglia sudata sempre", il motto dei tifosi, una frase che non a caso compare anche sul colletto delle divise nerazzurre) e capite perché si parla di favola Atalanta. Una squadra che più di altre merita, eccome, di rappresentare l'Italia in Champions League. Una formazione, quella orobica, che continua a vincere anche per strappare un sorriso alla provincia che più di tutte ha pagato un prezzo assurdamente alto a causa del coronavirus.
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