Donne che si osservano, si desiderano, si abbandonano a piaceri solitari o condivisi, in giochi di potere, tenerezza o pura fame. C'è l'ovetto vibrante in un bar, il profumo dei piedi in un pomeriggio d'estate, il massaggio che svela ogni confine. C'è chi squirtando si libera, chi si masturba in camerino, chi si lascia guidare da un guinzaglio.
Octavia Véa non censura e non si censura. Le sue parole carezzano, graffiano, penetrano: i suoi racconti non alludono, mostrano. Per chi cerca non solo erotismo, ma una lingua viva, sensuale, vischiosa. E una narrativa piena di fantasie sessuali, di feticismi intimi e di esplorazione emotiva.
Leggerli è un atto fisico.
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