Questo volume raccoglie il racconto del caporal Maggiore Giovanni Araldi (Gianni) deportato al campo KZ Dora per aver rifiutato di aderire alla Repubblica Sociale Italiana. Gianni è sopravvissuto al campo KZ Mittelbau-Dora, nel cui tunnel venivano costruiti i missili V1 e V2. Lì Gianni visse il lavoro forzato, la fame, la tortura, vide la morte di tanti compagni, ma sperimentò anche la solidarietà fra commilitoni, l'amicizia fino al sacrificio personale per il bene dell'altro, la speranza comune di uscirne vivi. La cronaca è accompagnata da documenti originali trafugati dal Campo, a rischio…mehr
Questo volume raccoglie il racconto del caporal Maggiore Giovanni Araldi (Gianni) deportato al campo KZ Dora per aver rifiutato di aderire alla Repubblica Sociale Italiana. Gianni è sopravvissuto al campo KZ Mittelbau-Dora, nel cui tunnel venivano costruiti i missili V1 e V2. Lì Gianni visse il lavoro forzato, la fame, la tortura, vide la morte di tanti compagni, ma sperimentò anche la solidarietà fra commilitoni, l'amicizia fino al sacrificio personale per il bene dell'altro, la speranza comune di uscirne vivi. La cronaca è accompagnata da documenti originali trafugati dal Campo, a rischio della vita, e portati in Italia dopo la liberazione. Quello che più sorprende è che il racconto di ingiustizie subite, di azioni disumane contro altri uomini, non generano, in Gianni e in tanti suoi amici sopravvissuti, odio, intolleranza o desiderio di vendetta, ma al contrario fanno maturare un giudizio di valore sull'uomo e sul significato della vita, fino a giungere al perdono. Molte vittime hanno saputo perdonare ed il messaggio ai figli e nipoti è stato da loro riassunto nel motto "Perdonare e non dimenticare". Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
Lucia Araldi, figlia di Gianni è stata insegnante e dirigente scolastico. Ha promosso progetti didattici, mostre e convegni sul tema della deportazione e dello sterminio perpetrato dai nazisti. Ha invitato spesso il padre a testimoniare la sua storia ed ha raccolto le sue memorie ordinando e catalogando i documenti originali in suo possesso. Dopo la scomparsa di Gianni, avvenuta nell'anno 2009, viene invitata nelle scuole per raccontare l'esperienza vissuta dal padre ed il forte messaggio educativo che ne emerge. Il caporal maggiore Giovanni Araldi (per tutti Gianni), rientrato dalla campagna di guerra jugoslava si trovava alla Compagnia deposito 11° Reggimento Genio, Caserma Spaccamela di Udine. Dopo la dichiarazione di armistizio dell'8 settembre 1943, con tutti i militari italiani che rifiutarono di aderire alla Repubblica Sociale Italiana venne deportato in diversi Campi, tra cui il KZ Dora. Tornato in patria, dopo la liberazione, Gianni si dedicò ad una ricerca dei familiari dei compagni deceduti al campo, per dare notizie dei loro congiunti. Ricercò i suoi amici superstiti e organizzò raduni annuali, occasione per rinsaldare i rapporti vissuti al campo, ma anche spunto di riflessione, testimonianza e ricerca storica.
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