Bonagiunta da Lucca gode dell'ambiguo privilegio di dovere la propria fortuna critica all'opera dantesca: non tanto per il giudizio inflittogli - e con lui ad altri poeti duecenteschi - nel De vulgari eloquentia, quanto piuttosto per averlo Dante scelto quale interlocutore della celebre dichiarazione di poetica in Purgatorio XXIV. Il riesame di documenti e testi direttamente attinenti alla figura di Bonagiunta invita a una rinnovata valutazione della sua personalità, di importanza cruciale per la formazione del linguaggio e dell'immaginario poetico volgare del Duecento. Osservata fuori del cono d'ombra dantesco, la sua opera rivela una diversa e più schietta fisionomia, illumina aspetti tuttora controversi della lirica duecentesca, e fa sì che lo stesso giudizio di Dante, per riflesso, assuma sfumature inedite. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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