L'espressione "condizione umana" significa, per il pensiero oggi prevalente, avversario di ogni metafisica, l'appartenenza dell'uomo soltanto all'essere della natura e della storia: il corpo avvince l'uomo alla terra e il suo pensare e agire non possono sfuggire al tempo. Di qui un'immagine desolata, o frivola, dell'essere umano racchiuso nella sua finitezza. Maimonide nella Guida dei perplessi vede in Mosè il modello per l'uomo: lo spirito profetico, da cui Mosè è animato, si identifica con quell'intelletto puro che comprende come l'attributo positivo principale di un Dio non conoscibile nella Sua essenza - fra i tredici attributi divini della tradizione rabbinica, riassumibili in amore (chesed), giustizia (zedaqah) e giudizio (mishpat) - sia l'amore, che implica la pace. Così l'essere viene a dipendere dal dover essere e il messianico, cioè l'amore infinito, si mostra come il centro e il fine della vita umana. Il libro presenta questa audace proposta antropologica di Maimonide, straordinariamente attuale, analizzando la Guida dei perplessi e ripercorrendo alcune sue interpretazioni dei secoli XIX e XX, da Samuel Hirsch a Samuel David Luzzatto, Elia Benamozegh e Dante Lattes, da Hermann Cohen a Leo Strauss. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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