¿La bici incarna il mito dell¿uomo liberö, disse il pittore e scultore Aligi Sassu. Aveva ragione. Quelle catene che costringono Prometeo a farsi divorare il fegato da un¿aquila sono nella bici, insieme a tutti gli altri componenti, metafora di libertà. A più di 200 anni dalla sua invenzione il velocipede, come ancora viene chiamato nel codice della strada, continua a suscitare interesse, ammirazione, odio. Fa parte della storia del nostro paese, oggi è spesso al centro dell¿attenzione per le politiche sulla mobilità, tuttavia fa parte anche della storia intima e personale di tutti noi. Due ruote che ci raccontano storie di campioni, di artisti, storie di amicizie, di imprese che inevitabilmente facciamo nostre. Di quando finisci una salita e ti senti Pantani su una Graziella, di quando fai a gara con tuo fratello per arrivare prima a casa, di quando piangi per un amore non corrisposto e pedali fortissimo per dimenticare. Di quando stai a bordo strada a vedere i ciclisti passare e applaudi quello sforzo intenso senza pari nel mondo sportivo. Di quando decidi di cambiare vita e di spostarti solo in bicicletta. Di quando decidi di essere libero. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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