L'inerzia si nasconde dietro l'accelerazione delle nostre vite. Un racconto che è denuncia e gesto di resistenza, una ricerca di senso tra le rovine del presente. Perché parlare d'inerzia nel nostro mondo in costante e precipitosa accelerazione? L'inerzia insidia il cuore del nostro tempo, è la parte in ombra del suo frenetico attivismo. Questa 'breve storia' ne ricostruisce i diversi volti: dall'accidia dei monaci nei primi secoli dell'età cristiana alla malinconia rinascimentale, dallo 'Spleen' della Parigi di metà Ottocento ai 'nati morti' di Dostoevskij e all''Oblomov' di Goncarov. Fin dentro il Novecento, con la 'fine della storia' pronunciata da Kojève prima e da Fukuyama poi. Il racconto procede oltre, guardando alla 'stasi ad alta velocità' che caratterizza i nostri anni, alla cancellazione del futuro, alla nuova malinconia e al 'collasso cognitivo', che sembrano emergere, in modi diversi, dall'uso diffuso delle tecnologie digitali. Dove stiamo andando? È la domanda che risuona nella seconda parte di questa storia che non vuole soltanto esplorare l'età oscura che ci troviamo a vivere, ma prova ad incrinare l'inerzia in cui sembriamo intrappolati.
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