L'obiettivo principale di questo lavoro è esaminare i sistemi dell'industria commerciale globale che esasperano la sofferenza nei Paesi in via di sviluppo, in particolare per le donne impoverite. Viene adottato un approccio critico nei confronti dei vari movimenti sorti per contrastare le disuguaglianze dell'industria. Si richiama inoltre l'attenzione sulla scarsa capacità degli spazi giuridici tradizionali di rendere effettivi i diritti delle masse oppresse. Pertanto, come sostenitori contemporanei, dobbiamo considerare le possibilità di azione che possono esulare dalle nozioni tradizionali di sviluppo per realizzare i diritti sociali ed economici degli sfruttati. Poiché la globalizzazione continua a rompere le formazioni arcaiche del potere, della legge e del capitale, non c'è mai stato un momento più opportuno per immaginare nuovi modelli di sviluppo che si concentrino interamente sull'emancipazione delle masse oppresse dall'ordine sistematico della sofferenza.
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