Questo studio mette a confronto la Furusiyya islamica, un'arte cavalleresca codificata già nel IX secolo, e la nascente cavalleria franca dell'XI secolo. Dimostra l'anteriorità della Furusiyya e analizza la sua "impronta decisiva" sulla costruzione della cavalleria europea. Al-Andalus, brillante civiltà e crocevia del Mediterraneo, ha svolto un ruolo chiave attraverso complesse interazioni militari, economiche e culturali. Vengono esaminate le prove dell'influenza: i prestiti linguistici tecnici (alférez, adarga), i parallelismi funzionali tra maydan e tornei e, soprattutto, la probabile ispirazione dell'ideale dell'amor cortese e della poesia dei trovatori ai modelli letterari ispano-arabi. L'analisi evidenzia anche le differenze fondamentali (religione cristiana contro islam, società feudale/ereditaria contro parziale meritocrazia, rituali distinti), mostrando come l'influenza sia stata adattata e integrata in una sintesi europea originale. Il libro conclude che esisteva un'eredità araba fondante, invitando a una rilettura sfumata e meno eurocentrica delle origini della cavalleria.
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