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Dalla quarta di copertina: Una maternità indesiderata con un uomo sposato è la scintilla del dramma pastorale e fiabesco, in cui al posto di orchi e fate ci sono creature altrettanto misteriose e cupe di briganti e pastori. Ma Grazia Deledda non si limita a denunciare lo stato di degrado al quale una fanciulla bella e inconsapevole può ridursi per colpa di un amore ingannevole, prima rubato e poi tradito, bensì traccia, all'interno di una cornice rurale e selvaggia (il locus amoenus mitico della sua infanzia), tutta una serie di rappresentazioni simboliche e contraddittorie che rendono…mehr

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Produktbeschreibung
Dalla quarta di copertina: Una maternità indesiderata con un uomo sposato è la scintilla del dramma pastorale e fiabesco, in cui al posto di orchi e fate ci sono creature altrettanto misteriose e cupe di briganti e pastori. Ma Grazia Deledda non si limita a denunciare lo stato di degrado al quale una fanciulla bella e inconsapevole può ridursi per colpa di un amore ingannevole, prima rubato e poi tradito, bensì traccia, all'interno di una cornice rurale e selvaggia (il locus amoenus mitico della sua infanzia), tutta una serie di rappresentazioni simboliche e contraddittorie che rendono evidente il continuo senso d'impermanenza dell'esistenza. Gli alti e bassi vertiginosi di quasi tutti i personaggi cozzano con l'idealizzata riprova sociale a cui tutti profondamente aspirano, tutti al contempo vittime e carnefici. Contrariamente alla Lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne, in cui il ruolo sociale del senso di colpa è preponderante e il marchio serve da monito per il resto della comunità, in Cenere è il sacrificio ultimo della vita della madre per il bene del figlio a tenere le fila della narrazione. In questo caso non ci sono sconti di pena: Olì non ha modo di emanciparsi con un lavoro manuale per provvedere alla sua creatura e si perde in un abisso di autodistruzione fatto di inganni ed illusioni, reiterando ossessivamente sempre gli stessi errori e rifiutandosi anche di prendere parte alla narrazione, mentre il figlio abbandonato resta l'unico protagonista di un romanzo di formazione.
Autorenporträt
GRAZIA DELEDDA was born in 1871 in Nuoro, Sardinia. She had a limited formal education, but was an avid reader. She published her first story in 1886 when she was fifteen, in a newspaper in Nuoro. Her stories continued to be published in one of the many fashion magazines of the late nineteenth century, Ultima Moda. Although the dismay of her family and friends distressed her, it also strengthened her resolve to succeed. In 1899 she left Nuoro and went to Cagliari, where she met and married Palmiro Madesani. A year later they moved to Rome, where Deledda lived a quiet life with her husband and two sons until her death in 1936, at sixty-five. Deledda wrote thirty-three novels and many books of short stories, almost all of them set in Sardinia. Among her better-known novels are Elias Portolu, Canne al vento (published by Italica Press in 1998 as Reeds in the Wind), La madre, Annalena Bilsini, and Cosima (Italica Press, 1988), her posthumous autobiographical novel. Grazia Deledda became, in 1926, the first Italian woman to receive the Nobel Prize for Literature.