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Viaggiando attraverso quattro continenti, dalle rovine dell'Iraq alla savana di Kenga e Uganda, dal fascino sbiadito de L'Avana alle strade bombardate di Baghdad... Witold Szablow(ski ha rintracciato i cuochi personali di cinque "dittatori" del XX e XXI secolo: l'iracheno Saddam HuMein, l'ugandese Idi Amin, l'albanese Enver Hoxha, il cubano Fidel Castro e il cambogiano Pol Pot. Ha ascoltato le loro storie davanti a zuppe agrodolci, pilaf di capretto, bottiglie di rum o giocando a ramino. Szablowski racconta l'assurdità di un lavoro - quello del cuoco di un "dittatore" - dove un solo errore può…mehr

Produktbeschreibung
Viaggiando attraverso quattro continenti, dalle rovine dell'Iraq alla savana di Kenga e Uganda, dal fascino sbiadito de L'Avana alle strade bombardate di Baghdad... Witold Szablow(ski ha rintracciato i cuochi personali di cinque "dittatori" del XX e XXI secolo: l'iracheno Saddam HuMein, l'ugandese Idi Amin, l'albanese Enver Hoxha, il cubano Fidel Castro e il cambogiano Pol Pot. Ha ascoltato le loro storie davanti a zuppe agrodolci, pilaf di capretto, bottiglie di rum o giocando a ramino. Szablowski racconta l'assurdità di un lavoro - quello del cuoco di un "dittatore" - dove un solo errore può essere fatale, ma un piatto ben preparato può cambiare la giornata e salvare delle vite. E così facendo, solleva il velo su un mondo segreto e rivela com'era la vita nel cuore stesso del potere. Uno sguardo diverso e intrigante sulla vita sotto la tirannia. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
Autorenporträt
Witold Szablowski è nato nel 1980 a Ostrów Mazowiecka. Ha studiato Scienze politiche a Varsavia e Istanbul. In Polonia ha iniziato la carriera giornalistica collaborando con la rete televisiva TVN24. Nel 2006 è entrato nel gruppo di «Gazeta Wyborcza». Per i suoi reportage ha ottenuto importanti riconoscimenti, fra cui il Melchior 2007, la menzione di Amnesty International e il Premio Anna Lindh. Nel 2010 ha ricevuto il Premio del Parlamento europeo per il suo reportage Oggi verranno a riva due cadaveri. Per L'assassino dalla città delle albicocche ha ottenuto il Premio Beata Pawlak ed è stato nominato per il Premio letterario dell'Europa centrale "Angelus" e per il Premio letterario NIKE. L'edizione inglese ha ricevuto il premio del PEN Club britannico, e «World Literature Today» ne ha parlato come di uno dei libri più importanti fra quelli tradotti in inglese nel 2013.