Joshua cresce nel villaggio ebraico di Leoncin, nell'odierna Polonia: la sua vita scorre tra estenuanti studi ebraici, regole severe e voglia di ribellione. Suo padre ha un animo ingenuo, è convinto che «Con l'aiuto di Dio, tutto andrà bene»; la madre, intelligente e brontolona, deve rimediare alle sue catastrofi. E poi c'è il nonno che passa la vita a scovare nuovi divieti; c'è il rabbino che cerca i derelitti più poveri e sporchi per accoglierli nella sua casa; ubriaconi e santi, cristiani che un giorno minacciano di sterminare tutti i figli di Israele e il giorno dopo vanno da loro alla ricerca di un buon affare; insomma, c'è tutta la vita di un mondo che per noi è perduto per sempre. Da un mondo che non c'è più è un'opera diversa dalle precedenti di I.J. Singer, in questo testo, più che negli altri, l'autore ci fa sentire il peso opprimente e confortante della Torah; ci presenta le superstizioni delle donne, il coraggio e le piccole meschinità degli uomini. Personaggi che restano impressi nella memoria, episodi semplici e indimenticabili, racconti di vita privatissima e universale: è il testamento poetico di un maestro della letteratura. "Aspettavo che i miei genitori chiudessero gli occhi e fuggivo come un ladro dalla prigione della Torah, dal timore di Dio e dell'ebraismo. Correvo fuori, all'aperto, nel mondo baciato dai raggi del sole, che ai miei occhi nessun santo poteva infangare". Con un'introduzione all'autore di Moni Ovadia.
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