"Dal cellulare a Finalborgo" di Paolo Valera è un'opera che esplora le esperienze di vita carceraria e le ingiustizie sociali attraverso una narrazione dettagliata e personale. Il testo si apre con una descrizione vivida dell'arresto e della detenzione dell'autore, che si trova improvvisamente immerso in un mondo di sofferenza e privazioni. Valera descrive con precisione le condizioni disumane delle carceri, dove i detenuti sono trattati con indifferenza e spesso con crudeltà. La narrazione si sofferma su vari episodi che illustrano la brutalità del sistema carcerario, come le perquisizioni umilianti, la mancanza di igiene e le punizioni arbitrarie. L'autore riflette anche sulla solidarietà tra i detenuti, che cercano di sostenersi a vicenda nonostante le difficoltà. Attraverso il suo racconto, Valera critica aspramente le istituzioni che perpetuano tali ingiustizie e invita il lettore a riflettere sulla necessità di riforme sociali e legali. L'opera si conclude con un appello alla compassione e alla comprensione, sottolineando l'importanza di trattare ogni individuo con dignità e rispetto, indipendentemente dalle circostanze.
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