"Dal vero" di Matilde Serao è una raccolta di racconti che esplora le dinamiche sociali e personali dell'Italia del XIX secolo. Il libro si apre con una dedica a Rocco De Zerbi, un amico che ha sostenuto l'autrice nei suoi primi passi letterari. I racconti trattano temi come l'amore, la bellezza, la società e le aspettative di genere. In "Fanciullo biondo", Serao descrive un bambino di straordinaria bellezza, riflettendo sulla percezione della bellezza e sulla sua associazione con la bontà e l'innocenza. La narrazione si sposta poi su una discussione tra un medico materialista e l'osservatrice, che difende l'idealismo e la bellezza dei biondi, contrapponendo la scienza alla poesia. In "La canzone popolare", l'autrice esplora il ruolo del canto nella vita del popolo, sottolineando come esso rappresenti una forma di espressione e consolazione per le classi meno privilegiate. Serao riflette anche sulla funzione sociale e politica delle canzoni popolari, che possono ispirare movimenti di cambiamento e rivoluzione. "Pseudonimo" affronta il tema dell'identità letteraria e della moda degli pseudonimi, evidenziando le contraddizioni e le libertà che essi offrono agli scrittori. Infine, "Casa nuova" e "Votazione femminile" trattano rispettivamente il tema del cambiamento e dell'emancipazione femminile, con un tono ironico e critico verso le convenzioni sociali. Attraverso questi racconti, Serao offre un ritratto vivido e critico della società italiana del suo tempo, esplorando le tensioni tra tradizione e modernità, tra individualità e conformismo.
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