Torna in libreria una delle prime opere di Barbara Alberti, un caso letterario che all'epoca la segnalò come un talento, una delle penne più audaci e ironiche della letteratura. Più che un romanzo, un poema sconveniente, un impasto di erotismo e furia blasfema, di follia della segregazione e follia della fuga di un uomo capace di tutto pur di negare e fregare la morte: "Delirio" non si limita a infrangere le buone maniere del discorso amoroso, ma trasgredisce le regole e i tabù più radicati, quelli che pretendono di codificare il desiderio e il sesso. Una voce stridula parla qui. Una voce fantasmagorica, indegna, grottesca. È la voce del protagonista, Diego, 'rinchiuso, adolescente o vecchio, o pazzo o malato, comunque prigioniero di una istituzione, che delira d'amore per Elvira mentre qualcuno trama nell'ombra per carpirgliela. Diego è maestro negli intrighi più loschi e le sue spaventevoli cattiverie accendono il grande circo della sua farneticazione sessuale...' così descritto dalla stessa autrice, a guidarci in un monologo serrato, ipnotico, straniante. Una storia diversa, scandalosa, sconveniente fino al disagio. Un romanzo che stravolge il modo di raccontare il desiderio e afferma che la vita è vita fino all'ultimo e che i sensi hanno diritto di essere riconosciuti, vivi e vitali, senza limiti né ipocrisie. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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