Gli esperti di sicurezza di tutto il mondo continuano a ricordarci che un attacco terroristico chimico o radiologico non è una questione di "quando", ma piuttosto di 'dove'. Allo stesso tempo, sappiamo tutti che tutte le vittime, contaminate o meno, finiscono negli ospedali. Allora perché gli ospedali e il settore sanitario non sono adeguatamente preparati per far fronte a un numero elevato di vittime contaminate? È forse un atteggiamento del tipo "a noi non succederà"? È dovuto a restrizioni di bilancio? È mancanza di conoscenza e di formazione in materia? È forse l'addestramento impegnativo e il tempo necessario per raggiungere un livello di competenza accettabile? Queste sono alcune delle domande affrontate in questa pubblicazione, basata sull'esperienza pratica dell'autore che ha ricoperto il ruolo di comandante dell'unità di risposta CBRN dell'Ospedale Olimpico, schierata presso l'Ospedale Generale dell'Esercito di Atene durante i Giochi Olimpici del 2004. Purtroppo gli imprevisti capitano sempre ed è bene ricordare che non pioveva quando Noè costruì l'arca!
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