E i lupi scesero in città... è il ritratto dell'universo familiare, geografico, temporale dell'autore e protagonista Barnaba Maj, nato in una notte di plenilunio del 3 ottobre 1949, "figlio della consolazione" (questo è il significato del suo nome) di Giovanni Maj, costruttore di strade, ponti, dighe e gallerie, e di Nerina Borelli, "bellissimo profilo, gelo del cuore". La vita del giovane Barnaba è segnata dai continui trasferimenti imposti dell'irrequieto capo-famiglia in case scalcinate e difficilmente raggiungibili, che lo portano a vivere di volta in volta a Bolsorano, Ferrara, La Spezia (città di origine del padre), Campobasso e Messina. L'idea di questo romanzo di formazione è che la struttura del tempo è atomica, come l'universo di Lucrezio, che ci sono dimensioni interstiziali anche di tempo non vissuto, strati profondi che formano cristalli della memoria, misteriosi intrecci fra tema mitico, tempo storico e tempo individuale. Immerso nel corso del tempo di una vita come in un flusso eracliteo, il lettore incontra così Juan Alberto Schiaffino e Fausto Coppi con lo sconosciuto teppista Rosario De Filippis e la reincarnazione di doc Holiday. Un Padre più che ingombrante a capo di nomadica famiglia, una Casa Desolata, la città di Campobasso e il Molise come improvvisa nostalgia di terre lontane. Linee, cerchi, figure, si chiudono e si riaprono con la neve, atomi che cadono, cristalli che si formano, una sorta di Odissea ad alto tasso di ironia costellata da vicende e personaggi irresistibili. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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