Questo studio ha esaminato gli effetti nefrotossici delle nanoparticelle d'argento (AgNPs) in ratti Wistar per 90 giorni. Un totale di 35 ratti è stato suddiviso in gruppi di controllo (20 ratti) e gruppi trattati con AgNPs (15 ratti). Il gruppo trattato ha ricevuto AgNPs per via orale a 30 mg/kg di peso corporeo al giorno. L'analisi biochimica del siero ha mostrato un aumento significativo dei livelli di creatinina, urea, acido urico e potassio nei ratti trattati, indicando una compromissione della funzione renale. Nei tessuti renali sono stati osservati marcatori di stress ossidativo, come l'aumento dei livelli di TBARS e la riduzione dell'attività antiossidante di CUPRAC. La percentuale di apoptosi è risultata significativamente più alta nei ratti trattati a 30, 60 e 90 giorni, suggerendo l'attivazione della via delle caspasi. L'analisi delle urine ha rivelato una progressiva proteinuria. L'esame istopatologico dei ratti trattati ha mostrato congestione glomerulare, danni alla capsula di Bowman, necrosi tubulare ed emorragie interstiziali. La colorazione con immunoperossidasi ha confermato la deposizione di immunocomplessi nei glomeruli, indicando una glomerulonefrite immuno-mediata. Questi risultati suggeriscono che l'esposizione prolungata alle AgNPs a 30 mg/kg è nefrotossica e provoca disfunzione renale, stress ossidativo, apoptosi e danno renale immuno-mediato.
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