Continua il pellegrinaggio di Andrea Gruccia lungo la strada del surrealismo, cominciato con la raccolta di "Cinecittà dei sogni" e proseguito ora con "Ester abbraccia le pozzanghere", secondo atto di una trilogia fantasmagorica e singolare, tutta ispirazione e improvvisazione. L'amore, leitmotiv dell'opera di Andrea Gruccia, ritorna con forza e grazia in questa raccolta, già dal primo verso della poesia "Scrivo di un amore inventato per amore". È tutto lì il significato di quest'opera. Ester, stella o astro in persiano, non è una donna ma un'apparizione, una chimera, una bellezza sagomata, a volte angelo a volte 'monstre', sempre presente, sempre un passo avanti a noi; irraggiungibile, si muove, ammalia, fa cose inverosimili, e il poeta assiste, partecipa subisce come stregato da questa virago dalle forme vaghe e indefinite. Il gioco surrealista si concentra quasi totalmente sul corpo femminile, sulla sua anatomia, con abbinamenti allucinanti e costruzioni sbalorditive, se non addirittura stralunate, ossia sbarrate in una sorta di fissità smarrita. È una poesia orgiastica e organica come un accoppiamento, una fusione, spesso intesa come voracità, ovvero divorare tutto e tutti, soprattutto il proprio amante. (Gian Luca Guillaume). Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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