L'esordio poetico del fiorentino Emiliano Rolle si manifesta con mano sicura e una versatilità non comune. Le tre sezioni che formano questa raccolta, dal singolare titolo Filastrocche da un Oblò, costituiscono infatti una sorta di lasciapassare nei confronti di un'esistenza composita, atta a rilevare che 'il tempo della vita è disuguale'. L'autore spazia agevolmente tra componimenti di differente natura: si passa dalle strofe sincopate della sezione inaugurale, caratterizzate da una pronuncia scabra e antilirica, spesso sconfinante in esiti monologanti, ai testi più lievi della sezione centrale, alternanti distici in rima baciata e sonetti e pseudosonetti che si riverberano anche nella sezione conclusiva. Queste 'poesie con la pi minuscola', come l'autore stesso le definisce in un significativo proemio in versi, sconfinano a tratti nella dimensione apparentemente facile della filastrocca, nonostante si affrontino tematiche complesse, come quelle che adombrano le 'propaggini del nostro mondo'. Non è un caso che, a tratti, faccia capolino il profilo 'ingombrante' di Fortini (ma anche le argomentazioni civili di certo De Signoribus), quasi nell'utopico tentativo di esorcizzare la grande 'ombra di pericoli statuari'. Così, tra 'essere e malessere', offrendoci 'la mutua esfoliazione di sé', la poesia di Rolle si configura come il degno repertorio, sulle tracce del Luzi più coinvolto con le derive di una materia controversa e magmatica, di istanze rivolte a debellare un male onnipresente, 'ridotto a nullaosta'. (p.d.p.). Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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