Tradimenti, incesti, ricatti, odi repressi: forse nessuno meglio della "Grande Signorina" - così Alberto Arbasino chiamava Ivy Compton-Burnett - ha saputo raccontare i veleni e i segreti inconfessabili nascosti dietro la facciata di rispettabilità delle famiglie borghesi. In questo romanzo pubblicato nel 1929 la grande scrittrice si misura per la prima volta con il tema forse a lei più caro: il rapporto fratello-sorella, presente in modo quasi ossessivo anche in altre sue opere. Un legame torbido che va ben oltre la confidenza e la dedizione reciproca unisce Andrew e Dinah Stace, i principali protagonisti, costantemente alle prese con la sotterranea tensione verso un coinvolgimento più intimo e profondo. Sul loro rapporto incombe una maledizione, la più antica e sconvolgente: quella di un matrimonio consumato involontariamente tra fratelli, che ha segnato l'esistenza dei loro genitori, Christian e Sophia, e poi la storia di tutta la famiglia. Con una scrittura nitida e cristallina, che conquistò Natalia Ginzburg, e dialoghi serrati all'insegna dell'allusione e della reticenza, Compton-Burnett mette in scena l'inferno della vita congelandolo nella cornice del decoro vittoriano. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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