Il libro nasce dall'esigenza di offrire un'analisi sistematica sulla lingua di Grazia Deledda, anche alla luce del rinnovato interesse critico nei suoi confronti. I pochi studi esistenti affrontavano singoli fenomeni di lingua e stile: la necessità di un approfondimento, per indagare la qualità della prosa della scrittrice sarda in rapporto alla prassi e alla norma del periodo, si impone anche per verificare l'attendibilità di alcuni giudizi in merito espressi dalla critica più o meno recente, non di rado diffidenti e spesso badati su semplici impressioni. Nella vasta opera di Grazia Deledda questo saggio osservare in particolare la produzione giovanile, la più trascurata, compresa tra il 1890 e il 1903 (anno del celebre romanzo Elias Portolu). A ciascun aspetto, fonologico, morfologico e sintattico, è dedicato un capitolo; in un altro sono raccolte osservazioni sul lessico e ulle figure retoriche. Sebbene si tratti di una fase compositiva i cui esiti appaiono meno felici rispetto ai romanzi della maturità, è comunque un apprendistato ricco di spunti interessanti dal punto di vista linguistico, nel quale si riconosce anche la lenta (e faticosa) definizione di uno stile. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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