"I giganti della montagna" è un'opera teatrale di Luigi Pirandello, scritta tra il 1931 e il 1933, e rappresenta uno dei lavori più enigmatici e affascinanti dell'autore. L'opera è rimasta incompiuta a causa della morte di Pirandello nel 1936, ma è stata comunque rappresentata postuma nel 1937. La trama ruota attorno a una compagnia teatrale guidata dalla contessa Ilse, che cerca un luogo dove rappresentare un'opera poetica, "La favola del figlio cambiato". La compagnia arriva a una villa misteriosa abitata da un mago, Cotrone, e dai suoi "scalognati", un gruppo di individui che vivono in un mondo di illusioni e magia. Cotrone offre alla compagnia un rifugio e la possibilità di rappresentare la loro opera in un contesto dove l'arte è apprezzata e compresa. Tuttavia, il conflitto tra il mondo reale e quello dell'arte si intensifica quando i "giganti della montagna", simboli di una società materialista e insensibile, minacciano di distruggere l'illusione e l'arte stessa. L'opera esplora temi complessi come il ruolo dell'artista nella società, la tensione tra sogno e realtà, e la lotta per preservare l'integrità artistica in un mondo che spesso la rifiuta. Nonostante la sua incompiutezza, "I giganti della montagna" continua a essere un'opera di grande impatto, stimolando riflessioni transizione sulla natura dell'arte e della creatività.
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