Non è un caso che il titolo di quest'opera non sia attribuito a nessuno dei racconti che la compongono: esso non funge da loro comune denominatore, quasi fosse una meticolosa e salomonica "media statistica". Piuttosto "I perduti giorni" è formula alchemica, che dà un sapore, un odore e un colore inconfrontabili a contatto con ciascun racconto. Così, volta per volta, allude allo scialo del tempo, ma anche alla lontananza fiabesca dagli eventi, poiché i giorni possono essere perduti, cioè dissipati irreparabilmente, ma anche esser tali in quanto sprofondati in una gioia remota, che pure vi fu. E ancora: perduti perché qualcosa o qualcuno li ha sottratti al godimento - perduti per sottrazione altrui - ma anche perduti per le disavventure della memoria. Avviene quindi che l'amore tra due giovani donne, una vicenda tenebrosa e kleistiana del XVII secolo, un brevissimo fotogramma onirico ed erotico, l'incontro tra un uomo e una donna, progettato dopo tanti anni in una casa misteriosa, e infine la navigazione allucinata di una grande nave siano ognuno un mondo a sé, la cui scintilla di vita scaturisce da quel titolo, da quella formula magica: i perduti giorni. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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