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L'appello a ritirarsi nella propria patria appare oggi sempre più agli occhi di una fascia di africani incapaci di affrontare le sfide poste dall'alterità, come una soluzione miracolosa per uscire dalla routine perdendosi in congetture su questioni identitarie.Perché vediamo fiorire concetti e teorie di ritiro dell'identità etnica o razziale (ritorno alle origini, Africa per gli africani, etnocomunitarismo, ecc.) che sono tutte ideologie ancorate alla terra e che non soddisfano alcuna casella né del sogno panafricano dei popoli per un'Africa unita e prospera, né della comunità di destino della specie umana.I mantra quotidiani sulla cattiveria dell'Occidente non cambieranno la situazione senza una chiara consapevolezza da parte degli stessi africani dei problemi e delle sfide del mondo attuale, senza un riarmo morale e una visione chiara degli obiettivi futuri da raggiungere.Il libro invita i camerunesi in particolare e gli africani in generale a rivedere i propri software in termini di sviluppo e gestione della cosa pubblica, per liberarsi dalla sindrome africana e assumere in mano la responsabilità, risorsa essenziale per la costruzione di una nuova Africa.