Il carteggio inedito tra Emilio Betti, professore di materie romanistiche, e Giorgio La Pira, suo promettente discepolo nelle Università di Messina e di Firenze negli anni '20 del Novecento, mette in scena la vicenda e le vicissitudini di un rapporto maestro-allievo. Neanche quattordici anni d'età separano i protagonisti - Betti è nato nel 1890, La Pira nel 1904 - ma ciascuno interpreta con convinzione il proprio ruolo. Dense di discussioni scientifiche (La Pira, guidato dal maestro, scrive la tesi di laurea e la monografia del 1930 sulla successione ereditaria), costellate di indiscrezioni e di giudizi anche duri sull'università, ricche di umanissimi contrasti: queste lettere accuratamente commentate da Crifò - mancato Crifò, l'ultima revisione si deve ai suoi allievi romani e a Carlo Lanza - ci permettono, oggi, di penetrare idealmente nello studio di un romanista di un secolo fa, permettendoci di rivivere un momento alto, e privato, di vita accademica e di cultura. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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