Questo articolo studia la traiettoria del concetto di super-io nella psicoanalisi freudiana dal 1892, quando Freud si rese conto, attraverso l'autoanalisi e la pratica della sua clinica dell'isteria, dei primi segni dell'esistenza di un'entità estremamente moralistica, controllante e autocritica nella mente umana, fino al momento in cui questo concetto fu formalmente inserito nella teoria psicoanalitica nel 1923. Cerchiamo di evidenziare le principali caratteristiche, la natura, l'origine e le funzioni che questa struttura psichica svolge nella psiche umana, partendo dall'ipotesi che spetti all'Io svilupparsi e rafforzarsi per poter modulare la forza primitiva e distruttiva del Super-Io, che allo stato libero e alimentato dalla pulsione di morte, partecipa al processo di insorgenza e aggravamento delle malattie mentali.
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