Un fisico matematico e uno psicoanalista lacaniano dialogano tra loro. Ognuno dei due è interessato al discorso dell¿altro, ma non è alle rispettive scienze che i due sono interessati. Ognuno continua ad abitare il proprio linguaggio, al quale non abdica e dal quale non si separa. Neanche sono alla ricerca di un terzo discorso. Piuttosto interrogano qualcosa di appena adombrato ma sempre presente. Più che la verità, è il concetto stesso di verità che è interrogato; la sua funzione nel progredire del pensiero degli uomini. Questa funzione è di mira, di oggetto bersaglio, di causa finale, ma è anche quella di un motore, di una spinta, di una specie di oscura causa eciente, che preme perché il discorso, qualsiasi discorso, continui, e non cessi di continuare, nell¿impossibilità di raggiungerla: straordinaria torsione topologica per la quale si trova all¿origine del viaggio quella che appare come la sua fine. Il loro scambio epistolare è chiaro, onesto, a tratti può sembrare perfino ingenuo, ma mai vengono fatti sconti alla complessità della struttura attorno alla quale si sono trovati a interloquire. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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