Che cos'è stato il 'Novecento' alle sue origini?¿Soprattutto un sogno: il sogno di un Rinascimento del XX secolo, di un'avanguardia riconciliata con la tradizione, di una classicità moderna. Quello che stupisce nella vicenda dei sette artisti - Sironi, Funi, Bucci, Dudreville, Malerba, Marussig, Oppi - che nel 1922 iniziarono a riunirsi con il critico Margherita Sarfatti nella Galleria Pesaro, a Milano, è la loro tensione visionaria. Nessuno di loro si poteva considerare famoso. Nessuno aveva ricevuto grandi riconoscimenti, nessuno ricopriva ruoli accademici. Eppure pensavano di ricostruire l'arte italiana. Il loro progetto ambiva a ristabilire il 'primato', come allora si amava dire, della nostra arte e si accompagnava al miraggio di un'Italia nuova. Il 'Novecento' si chiamò subito italiano, perché affondava le radici in una sensibilità nazionalista che la guerra mondiale e la vittoria stessa, per 'tradita' che fosse, avevano alimentato. Del resto quasi tutti i 'sette' avevano combattuto al fronte e visto cadere tanti loro compagni: Boccioni, Sant'Elia, Erba, Camona e altri ancora. Il sogno, e il bisogno, di una rinascita si radicavano anche in quella drammatica esperienza. Nell'ambito del classicismo che in quegli anni si diffonde in Europa, e nell'ambito stesso del classicismo italiano, che costituisce una parte rilevante di quello europeo, il 'Novecento' rappresenta una voce originale per specificità di pensiero: un pensiero di cui questo libro raccoglie le tracce, recuperando testi e testimonianze soprattutto dei primi anni Venti. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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