"Il palazzo e il cantimbanco" è il ritratto lucido e curioso che Piero Camporesi ci offre della vita e delle opere del cantastorie Giulio Cesare Croce, il padre delle avventure di Bertoldo e Marcolfa. Un viaggio attorno a una figura poco nota che è soprattutto un¿immersione in un¿epoca e un¿Italia lontane e misteriose. Per comprendere chi era Croce bisogna infatti partire dalla Bologna del Seicento. Dai suoi vicoli e dai suoi antri, dalle sue piazze e dalle sue lunghe torri, dalla sua marginalità rispetto ai grandi scacchieri del potere e della guerra e dal suo inedito crogiolo socioculturale, in cui artisti e scienziati, stampatori e lettori, popolani e potenti vivevano gomito a gomito. Ed è in questa Bologna che Piero Camporesi inizia la sua ricerca di aneddoti e documenti su Croce, figura perfettamente calata nel suo tempo eppure eccezionale, giocoliere della parola, funambolo della lira, inarrestabile compositore di ballate, canzoni, poesie e novelle, divenuto celebre presso il popolo e le corti di tutta Italia. Recuperando fonti minori, ma rifacendosi anche alle stesse opere di Croce, Camporesi riesce a tratteggiarne la natura più intima e a tessere i tanti fili che lo collegano con i suoi concittadini fino a immaginarne pensieri e ambizioni, paure e credenze, spesso nascosti dietro le maschere dei suoi personaggi più popolari. Queste pagine rappresentano l¿incontro faccia a faccia con un letterato anomalo, che da un¿umile origine ¿ figlio di fabbri e fabbro a sua volta ¿ raggiunse con la sua penna le dame e i principi più raffinati rimanendo sempre in bilico tra l¿alta poesia e l¿intrattenimento più crasso, tra l'arte e il mestiere, tra il palazzo e l¿osteria. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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