Antropologia, metafisica, critica letteraria, epistemologia, etica, teologia? O più semplicemente, e più radicalmente, esercizio di scrittura poetica? Questa trasversalità di generi costituisce una ragione di fascino. È come surfare su una distesa marina come venti incostanti e talora contrastanti: tutto un gioco di tirare e lasciare, governare e abbandonarsi. In questo scenario, la scrittura ¿ e in generale l'opera ¿ è "l'apertura verso l'Infinito, il modo di essere in questo spazio: artisticamente e spiritualmente, umanamente aperti infiniti incompiuti". È facile intuire che, in questo contesto, nell'esperienza poetica c'è qualcosa di sacro. Ma il sacro non è il santo, è più comprensivo: accade anche là dove non c'è consapevole accettazione da arte dell'umano. Ma arriviamo al titolo del libro: chi produce e/o fruisce della poesia è un "un nuovo Adamo" che torna a "contemplare, ad essere per la Bellezza". Egli fa del "giardino della scrittura" il nuovo "paradiso terrestre", realizzando così "la ragione e il fine della scrittura medesima". (Augusto Cavadi) Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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