L'Ape, periodico londinese redatto da Oliver Goldsmith nell'autunno del 1759, è una raccolta di saggi, recensioni, traduzioni, racconti e poesie che si presentano al lettore come i frammenti della personalità di un aspirante scrittore di origini irlandesi ancora perso in quel sottobosco di anonimi "scribacchini" di cui la cupa e caotica Grub Street, strada di Londra brulicante di editori, redattori e locandieri, è diventata nel corso del XVIII secolo il simbolo più eloquente. L'Ape, però, è anche (e forse principalmente) un canto strozzato, incompiuto come la sua Fantasticheria sulla fama letteraria e malinconico come il canto del cigno di una tradizione saggistica saldamente ancorata agli ideali estetici dell'epoca augustea e al loro intrinseco senso morale, ma sempre più lontana dai modelli definiti dai suoi più grandi maestri, Joseph Addison e Samuel Johnson. In Goldsmith, autore la cui fama è legata al romanzo intitolato Il vicario di Wakefield, si avvertono i prodromi di una nuova forma di scrittura, più moderna e introspettiva, i cui primi frutti includono alcuni degli articoli più belli del suo periodico, da Miscellanea a Notturno urbano. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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