Si può morire proprio nel giorno in cui si realizza ciò per cui si è vissuto? Sì, si può. È successo a Lanciotto Gherardi, partigiano livornese della 3a Brigata Garibaldi, membro del PCI dall'anima anarchica, antifascista militante e combattente per la Libertà. Lanciotto Gherardi è morto il 19 luglio del 1944, la mattina in cui è stata liberata Livorno dai nazi-fascisti, colpito alle porte della città da alcuni colpi di mitraglia all'addome e, per giunta, da fuoco amico. È morto pochi chilometri prima dell'ingresso delle milizie partigiane in città, in un agguato nei pressi di Quercianella. Aveva 42 anni, ha lasciato un figlio di 18, Alfredo, e una moglie molto amata, Bruna. A Livorno, a lui fu dedicata la sezione del PCI di via Garibaldi e intitolata una Via nei pressi di Villa Fabbricotti. Oltre ai resoconti dell'epoca, le notizie e gli aneddoti che lo riguardano sono ricordi diretti di suo figlio Alfredo, morto nel 2020 e intervistato dall'autrice. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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