'Nutro una certa predilezione per L'uva e il vento, forse perché è il mio libro più incompreso o perché attraverso le sue pagine io cominciai ad andare per il mondo. C'è polvere di strada e acqua di fiumi; ci sono esseri, continuità e altri posti che io non conoscevo e che mi furono rivelati in questo tragitto. Ripeto, è uno dei libri che amo di più'. Così scriveva Pablo Neruda nelle sue memorie, a difendere il valore di un'opera che era apparsa ad alcuni critici troppo legata all'engagement politico dell'autore. E quell'impegno è in effetti ben presente nella raccolta, che tuttavia è soprattutto un lungo viaggio poetico attraverso continenti e paesi diversi. Fra questi, un posto particolare spetta all'Italia, dove Neruda arriva nel 1951 e che diventa per lui, grazie anche all'idillio caprese con la nuova compagna, Matilde Urrutia, una delle nuove terre di conquista della sua poesia. In Italia, a Capri, Neruda dà alle stampe una delle sue più celebri raccolte d'amore, I versi del Capitano, dedicati a Matilde; e Matilde è presente in alcune delle più intense poesie "italiane" de L'uva e il vento, 'libro di grandi spazi e di molta luce', come lo definisce Neruda stesso, e che proprio in Italia è stato concepito e per gran parte realizzato. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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