È di Liliana la firma apposta da una ragazza tredicenne sul registro d¿ingresso del carcere dei Miogni a Varese il 10 dicembre 1943 alle ore 11: una grafia nitida, consapevole, quasi volesse dare testimonianza di sé alla Storia e che già rivelava quella forza d¿animo, quella ricchezza d¿ideali che l¿hanno sempre contraddistinta. Sullo stesso foglio ci sono la scheda e la firma di suo padre Alberto assieme a cui era stata arrestata tre giorni prima, il 7 dicembre, al valico di Saltrio, come documentato dagli stessi tedeschi nel ¿Chronik¿, il loro diario di guerra, da me fatto tradurre e pubblicato nel 2017: ¿Varese 1943 nel diario della guardia di frontiera tedescä (a cura di Chiara Zangarini). È significativo che accanto alla voce ¿proveniente dä sia stata annotata dal maresciallo Giuseppe Piazzolla, comandante del carcere, una sola, magica e universale, parola: ¿libertà¿. Certo, nel linguaggio burocratico ciò stava a significare che non provenivano da altre patrie galere e condanne, ma in quelle circostanze ¿libertà¿ assumeva un valore emblematico che travalicava lo spazio e il tempo, testimoniando sulla pelle viva l¿orrore della dittatura nazifascista. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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