Secondo Robert Misrahi, i principali filosofi del Novecento non si sono interessati alla questione della felicità perché più preoccupati dall'affrontare il sentimento che ha dominato il secolo scorso: il dolore, provocato dalla morte, dalla guerra, dalle persecuzioni. Di conseguenza noi contemporanei, fortemente influenzati da Schopenhauer, Hegel, Heidegger o Sartre, pensiamo che una filosofia tragica sia quella più in grado di esprimere lo spirito dei nostri tempi. Misrahi è di opinione opposta e si rifà alla corrente filosofica che, da Aristotele a Bloch, passando per Spinoza, ha aperto un'altra strada rendendo la felicità primo oggetto del pensiero e nucleo di una vita piena di significato. La felicità, o comunque la ricerca di essa, e la gioia di vivere appartengono intrinsecamente all'esistenza umana, e questo è il motivo per cui l'uomo combatte la miseria e le sofferenze. Su tale convinzione si snoda un'attenta disamina delle reali possibilità per ciascuno di noi di raggiungere la pienezza del vivere. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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