Osservando attentamente la scena politica e pubblica britannica dal 1945 al 2000, si può notare l'immagine ricorrente di una Gran Bretagna che affronta una doppia minaccia: da un lato la presenza di immigrati neri e, successivamente, di cittadini britannici di colore, dall'altro la partecipazione della Gran Bretagna al progetto di integrazione europea. Di conseguenza, questo libro fa luce sulle immagini, i discorsi e le politiche condivise della minaccia che ha stigmatizzato gli immigrati di colore e, in seguito, i cittadini britannici di colore come "nemici interni" che mettono a repentaglio l'identità nazionale britannica, mentre considera i progetti di integrazione europea come "nemici esterni" che mettono in pericolo la sua sovranità nazionale. Il libro va oltre la semplice ricerca di somiglianze per esaminare le ragioni di relazioni così complesse tra la Gran Bretagna, i suoi immigrati di colore e i suoi vicini europei; un'analisi che esplora il ruolo dell'altro nei processi di costruzione della nazione e approfondisce le realtà dei cambiamenti determinati dal dopoguerra. Quest'opera invita i lettori ad adottare un approccio più olistico nell'affrontare le complesse questioni dell'immigrazione, del multiculturalismo, dell'identità nazionale e dell'integrazione europea in relazione alla Gran Bretagna.
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