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'In Palestina/Israele, crescendo ti rendi conto che la lingua è molto più di uno strumento per raccontare o comunicare. Può essere attaccata, può essere distrutta, può essere maltrattata. La questione è quindi: come ci si può fidare della lingua quando è essa stessa causa di dolore, quando ti abbandona e devi affrontare la crudeltà nella solitudine, senza parole?' Nello scritto e nella conversazione che compongono questo libro, una scrittrice palestinese guarda a quel che sta accadendo nella sua terra. Ma nel momento in cui vorrebbe dirlo, vede con sgomento la lingua ritirarsi, venirle meno.…mehr

Produktbeschreibung
'In Palestina/Israele, crescendo ti rendi conto che la lingua è molto più di uno strumento per raccontare o comunicare. Può essere attaccata, può essere distrutta, può essere maltrattata. La questione è quindi: come ci si può fidare della lingua quando è essa stessa causa di dolore, quando ti abbandona e devi affrontare la crudeltà nella solitudine, senza parole?' Nello scritto e nella conversazione che compongono questo libro, una scrittrice palestinese guarda a quel che sta accadendo nella sua terra. Ma nel momento in cui vorrebbe dirlo, vede con sgomento la lingua ritirarsi, venirle meno. 'Cosa puoi dire di fronte a una distruzione di questa portata?' osserva parlando con la saggista Maria Nadotti. 'È una sensazione molto strana. Di colpo il linguaggio ti abbandona'. Eppure - come è capitato in tante tragedie della storia - la letteratura resiste, cercando modi di dire l'indicibile anche quando il linguaggio sembra irreparabilmente 'attaccato, spezzato, abusato'. Adania Shibli è stata ospite di Babel Palestina nel 2011, in un'edizione curata con la consulenza di Maria Nadotti.