Quando si apprende un nuovo concetto, una nuova conoscenza, un nuovo modo di agire o di comportarsi, si commettono sempre degli errori. Ciò giustifica il fatto che gli attuali metodi di insegnamento delle lingue straniere, ad eccezione dei metodi uditivo-orali e situazionali, considerano gli errori come un fenomeno naturale dell'apprendimento, come inseparabile da questa attività. Perdue (1980) e Brown (1987), tra gli altri didatti, professano questa convinzione nei termini più chiari: ''In effetti, se l'apprendimento del francese come lingua straniera è un'attività cognitiva che consiste nel formulare e verificare ipotesi sulle sue strutture, l'apprendente commetterà inevitabilmente degli errori'', afferma il primo; mentre il secondo afferma che nell'apprendimento di una lingua, sia essa una prima (L1), una seconda (L2) o una lingua straniera (L3), gli apprendenti commettono sempre degli errori.L'apprendimento del francese come seconda lingua è sempre accompagnato da errori, indipendentemente dalla lingua di riferimento e dalle capacità degli apprendenti. Questi errori si manifestano sia oralmente che per iscritto.
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