Nel testo "Nero su bianco" di Carlo Dossi, l'autore riflette sull'esperienza di pubblicare il suo primo libro, "L'Altrieri", a soli diciotto anni. Dossi racconta come, al momento della pubblicazione, molti amici e parenti espressero il loro disappunto per la sua decisione di stampare un'opera così giovane, temendo che potesse pentirsene in futuro. Tuttavia, Dossi difende la sua scelta, sostenendo che la pubblicazione precoce è un passo fondamentale per diventare un buon scrittore. Egli argomenta che scrivere e pubblicare fin da giovani permette di apprendere e migliorare attraverso l'esperienza diretta e il confronto con il pubblico. Dossi critica l'idea che solo le idee degli adulti debbano essere pubblicate, sottolineando che anche i giovani hanno il diritto di esprimere le proprie opinioni e di vederle valutate. Inoltre, egli sostiene che le critiche ricevute possono essere costruttive e aiutare a crescere. Infine, Dossi respinge il consiglio di Orazio di lasciare che i lavori maturino per dieci anni prima di essere pubblicati, affermando che i libri, come le giovani donne, devono essere presentati al pubblico quando sono ancora freschi.
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