Ha ancora un senso scrivere poesie? È una domanda che ho spesso posto a me stessa. Considerata la scarsa pratica del genere da parte del grande pubblico dei lettori, scrivere poesie in un'epoca come questa, dominata dal profitto e dall'immediatezza del dato, è tanto coraggioso quanto straniante. Eppure credo che la "lentezza" propria del Poeta e la sua tensione a cogliere l'invisibile nel caos e nel frastuono di tutti i giorni rappresentino una straordinaria possibilità di recupero di un Umanesimo dimenticato ma pur latente nell'animo di ognuno, che urge, a dispetto di ogni nostra distrazione. La Poesia sarà pure la nota stonata nella polifonia di questo tempo ma dovremmo avere l'ardire di riscoprirla in quanto strumento potentissimo di dialogo tra le generazioni, che ci consente di elevarci sul quotidiano per riattingere alla nostra umanità più vera e trascendere il limite dell'imperfezione e della fragilità. Chissà, forse è proprio la fragilità la scaturigine prima della Poesia, che continuo a percepire e definire come "il pennello che anima la tela, l'armonia che modula le note, il passo studiato di danza che sfiora la Perfezione". (Fondazione Mario Luzi - marioluzi.it) Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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